La mappa dell'istituto per la protezione ambientale al 31 dicembre 2012
Al
31 dicembre 2012 risultano 1.142 gli stabilimenti a rischio di
incidente rilevante (Rir), di cui il 25% circa concentrati in Lombardia.
Più del 50% degli stabilimenti Rir sul territorio nazionale si trovano
in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. La mappatura degli
stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti è nel Rapporto
2013 curato dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la
ricerca ambientale, e dal ministero dell' Ambiente, che è stato
presentato stamattina nella sede Ispra. Il Rapporto analizza il numero,
le tipologie di stabilimenti presenti nei vari ambiti territoriali, i
Comuni con stabilimenti a rischio, i quantitativi di sostanze e
preparati pericolosi presenti, il numero di stabilimenti ubicati entro
100 metri da un corpo idrico superficiale e dalla linea di costa e
quantitativi complessivi di sostanze pericolose per l' Ambiente
detenute, la distribuzione territoriale della pericolosità sismica di
sito associata agli stabilimenti. Il tutto, arricchito da oltre 40
tabelle e mappe esplicative (i dati su www.isprambiente.gov.it).
Rispetto alla precedente edizione (che raffronta i dati tra il 2007 e il
2012), le riduzioni maggiori del numero di stabilimenti Rir si
registrano nel Centrosud (Lazio, Umbria, Campania, Sicilia, Sardegna),
mentre si segnalano incrementi in alcune regioni del nord (Veneto,
Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria). Il numero complessivo dei
Comuni interessati, con almeno uno "stabilimento Seveso" sul proprio
territorio, risulta essere pari a 756, ovvero circa il 9% degli 8.101
Comuni italiani. La prevalenza è degli stabilimenti chimici e/o
petrolchimici (circa 25%), concentrati in particolare in Lombardia,
Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, e di depositi di gas liquefatti,
essenzialmente Gpl, per una percentuale di circa il 24%.
I depositi di Gpl sono diffusi su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle regioni meridionali (Campania e Sicilia) ma anche al nord (Lombardia e Veneto), ed in generale presso le aree urbane del territorio nazionale, con punte nelle province di Napoli, Salerno, Brescia, Roma, Bari e Catania. L'industria della raffinazione (17 impianti in Italia, ma con alcuni in fase di chiusura o trasformazione in attività di deposito) risulta, invece, piuttosto distribuita sul territorio nazionale, con particolari concentrazioni in Sicilia (5) e in Lombardia (3); analoga osservazione per i depositi di oli minerali, che risultano particolarmente concentrati in prossimità delle grandi aree urbane del Paese e nelle città con importanti porti industriali (Genova, Napoli, ecc.). Circa il 22% dei 514 "stabilimenti Seveso" notificati e, quindi, assoggettati ai controlli previsti dalla normativa Seveso, che detengono prodotti petroliferi e sostanze e preparati classificati come pericolosi per l' ambiente in quantità superiori alle soglie di assoggettamento, è ubicato entro 100 metri da un corpo idrico superficiale o dalla linea di costa. Inoltre, il 46 % dei quantitativi di prodotti petroliferi notificati (circa 8,6 milioni di tonnellate) sono detenuti entro 100 metri da un corpo idrico superficiale mentre il 40% (7,5 milioni di tonnellate) entro 100 metri dalla linea di costa; oltre il 40% dei quantitativi notificati di altre sostanze pericolose per l' ambiente (oltre 4,6 milioni di tonnellate) sono detenuti entro 100 metri da un corpo idrico superficiale e circa il 42% (oltre 4,7 milioni di tonnellate) entro 100 metri dalla linea di costa.
(Public Policy)
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