Le piantagioni di caffè e di canna da zucchero frammentano gli habitat con gravi ricadute sulla fauna e sulla flora locali.
Le
piantagioni di caffè e di canna da zucchero frammentano gli habitat
della foresta amazzonica e fanno rimpicciolire i semi di alcune palme,
rendendoli più deboli e vulnerabili al climate change.
Lancia
l’allarme uno studio realizzato dall’Università Statale di San Paolo e
pubblicato su Science. I ricercatori hanno raccolto oltre 9000 semi da
22 diverse popolazioni della palma Euterpe edulis e, con una
combinazione di analisi statistiche, genetiche e modelli evolutivi,
hanno cercato di capire come mai nel tempo le dimensioni si siano così
ridotte.
La colpa sembrerebbe proprio dell’agricoltura che ha
portato gli uccelli di grandi dimensioni della zona, come i tucani
quelli che garantivano la dispersione in ambiente dei semi di queste
palme a spostarsi. Le piante allora, per sopravvivere, si sono evolute
producendo frutti più piccoli, adeguati agli uccelli rimasti di minori
dimensioni, per esempio i tordi.
Purtroppo però i mini-semi sono
più vulnerabili alla disidratazione e incapaci di sopportare il
cambiamento climatico previsto. Un grave problema che mina ulteriormente
il già precario equilibrio della foresta e acuisce la perdita di biodiversità.
Nessun commento:
Posta un commento