03/05/13

Vent'anni di Ecosistema Urbano. Ritratto di un'Italia in "Trasformazioni urbane" Progressivo abbandono del trasporto pubblico. Città più ecosostenibili, con più mezzi pubblici e bici

Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata insieme ad Ambiente Italia in collaborazione editoriale del Sole 24 Ore, compie vent'anni. «Un compleanno importante - dicono al Cigno Verde - per un rapporto che nel 1994 ha cominciato a fotografare le città d'Italia, analizzando le eco-performance dei comuni capoluoghi di provincia sulla base dei dati raccolti attraverso un questionario specifico». Ma il quadro che emerge dal dossier "Trasformazioni Urbane. Vent'anni di Ecosistema Urbano" è quello di città molto indietro sul fronte della mobilità alternativa, «Che faticano a mettersi in gioco per trasformarsi in centri urbani ecosostenibili».

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato che «Per molti anni Ecosistema Urbano è rimasto un esperimento "pilota", ma nel tempo è stato presto preso ad esempio come modello di studio e approfondimento in Italia e all'estero. Un rapporto che indica quanto ancora ci sia da fare per migliorare le performance ambientali dei nostri centri urbani. Le città possono essere il fulcro di un rinnovamento radicale del Paese, ma affinché ciò avvenga serve, ancor prima dei singoli provvedimenti, una sintesi che superi questa frammentazione e mostri una nuova capacità politica di pensare e di immaginare un modo nuovo di usare il territorio e consumare l'energia, un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, spazi pubblici più sicuri, più silenziosi, più salutari, più efficienti e meno alienanti, dove si creino le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del vicinato, del quartiere, della comunità. Agli amministratori il compito di scegliere nuovi modelli, di cambiare decisamente i dati di Ecosistema Urbano e, soprattutto, di rigenerare le città».
Per valutare la velocità o la lentezza del cambiamento dei centri urbani, il rapporto sul ventennale di Ecosistema Urbano ha confrontato i dati 2003-2011 delle 15 città italiane (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona) con più di 200mila abitanti e che insieme hanno una popolazione pari a un sesto di quella complessiva del Paese. Per il confronto sono stati presi in esame 10 indicatori. Ecco i principali:

Trasporto Pubblico : i dati che emergono indicano un sistema di trasporto pubblico "al palo", fermo e in grave crisi. I miglioramenti registrati in questi anni sono stati minimi, e l'auto privata resta il mezzo preferito dagli italiani per spostarsi nei centri urbani. Tra le grandi città, se Roma nel 2003 vantava 499 viaggi per abitante all'anno, oggi è arrivata appena a 519 viaggi/ab./anno, così come Milano che da 404 viaggi/ab./anno del 2003, si attesta oggi a 456 viaggi/ab./anno. Colpisce il calo di Catania, Palermo e Trieste, bene invece Firenze e Padova. Minimi miglioramenti si registrano tra le medie città. Ad esempio Trento nel 2011 registra solo 182 viaggi/ab./anno, nel 2003 ne vantava 153 viaggi per abitante all'anno. Tra le piccole città, Siena, che dal 2003 è prima nella classifica di Ecosistema Urbano nel settore dei trasporti pubblici, ha addirittura registrato un calo medio passando dai 238 viaggi per abitante all'anno (2003) ai 212 viaggi procapite all'anno (2011). Nel complesso l'auto resta dunque il mezzo di trasporto più amato dai cittadini e il tasso di motorizzazione è rimasto stabile nel tempo: nei capoluoghi di provincia è di 63,8 auto ogni 100 abitanti nel 2011 (E.U. XIX ed.). Era di 60 auto ogni 100 abitanti nel 1993 e 62 nel 2003 (E.U 2005).

Il discorso non migliora se si passa alle isole pedonali e alle piste ciclabili .  Se nel   2003 erano 85 i capoluoghi che adottavano le isoli pedonali e avevano un'estensione media di 0,20 metri quadrati per abitante, oggi ad averne istituita almeno una sono 98 capoluoghi esaminati su 104 mentre l'estensione è cresciuta di poco, 0,34 metri quadrati per abitante. Per quanto riguarda le piste ciclabili   nonostante il trend di crescita degli ultimi anni, le città italiane rimangono ancora indietro rispetto alle capitali europee: basti pensare che tre sole città europee (Helsinki con 1.500 km, Stoccolma e Hannover con 750 ciascuna) eguagliano i 104 capoluoghi italiani. Tra le quindici città prese in esame da segnalare la crescita di Milano, Torino e Padova.

Polveri Sottili  ( Pm10):  le 15 città campione registrano un trend altalenante. Milano e Torino si confermano ancora al di là della media dei 40 mg/mc attestandosi oltre i 50 mg/mc di media. Bene invece Bari, Bologna, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Venezia e Verona che migliorano costantemente abbassando i valori medi annui. Ad esempio nel 2003 Genova partiva da 67,3 mg/mc di media, mentre oggi si attesta a 26,5 mg/mc, confermandosi (per il quinto anno consecutivo, dal 2007) molto al di sotto dei limiti per la protezione della salute umana. Nel capoluogo ligure ha inciso la dislocazione degli scarichi delle navi mercantili del porto.

Consumi idrici -  nei capoluoghi campioni presi in esame si registra un miglioramento positivo e costante. Quasi tutte le città ridimensionano, infatti, il consumo medio per abitante al giorno di acqua potabile. Positive le flessioni dei consumi giornalieri di acqua potabile di Genova, Napoli, Venezia e Verona. Eccezioni negative sono Catania e Messina, dove i cittadini hanno progressivamente aumentato il consumo di acqua potabile medio giornaliero. Male anche Palermo i cui valori medi rimangano invariati dal 2003 ad oggi.

Capacità di depurare i reflui:  si registra un generale miglioramento: se nel 2003 erano 10 i capoluoghi di provincia che dichiaravano di depurare meno del 50% dei reflui e 38 quelli che avviavano al depuratore più del 95% delle acque nere; nel 2011 sono 6 le città che dichiarano di avviare al depuratore meno del 50% delle acque di fogna e 47 i capoluoghi che sono in grado di servire con il depuratore più del 95% degli abitanti. In particolare tra le 15 città esaminate, Milano (che dal 2003 ha poi attivato al meglio i suoi impianti con vari passaggi) e Padova mostrano i miglioramenti più evidenti, mentre Catania è ferma poco sopra al 20% di capacità di depurazione: era al 21% nel 2003, al 23% nel 2007 e al 24% nell'ultimo rapporto (dati 2011).

Produzione rifiuti urbani e raccolta differenziata:  la prima ha registrato nel corso degli anni un calo altalenante, legato presumibilmente alla sopraggiunta crisi economica. La seconda ha, invece, avuto un andamento più dinamico: nei capoluoghi italiani la media della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti è da sempre in crescita. Nel 2003 (dati E.U. 2005) era al 18,3%, oggi (dati 2011, E.U. XIX ed.) si attesta su una media (ponderata) di 37,9%. Resta però ancora da centrare l'obbiettivo normativo del 60% di Rd, fissato per il 2011. Nessuna delle 15 città esaminate lo raggiunge, quella che vi si avvicina di più è Verona (52,7% di Rd) mentre nel 2003 registrava una media di Rd appena del 23,5%. Imbarazzanti invece le medie di rifiuti raccolti in modo differenziato da Palermo al 9,8% (era al 3,2% nel 2003); Catania al 7,4% (ma era appena al 2,5% nel 2003); Messina al 6,3% (ma nel 2003 era al 2,7% di Rd).

La presentazione di Ecosistema urbano a Milano si è aperta  con la lettura del messagggio del neo-ministro degli affari regionali e delle autonomie, Graziano Delrio,  che non è potuto, «La qualità di vita delle persone - ha scritto il ministro - dipende direttamente dalla sostenibilità delle città, dalla loro capacità di cambiare migliorando se stesse, a partire da temi vitali come la mobilità e il trasporto pubblico, l'utilizzo dello spazio pubblico e urbano. Attendo quindi con grande interesse i vostri dati statistici, contando di poter continuare nella concreta collaborazione già avviata con i sindaci italiani».  .

Secondo Mirko Laurenti, responsabile rapporto Ecosistema Urbano, «Il rilancio del trasporto pubblico   sarà la principale sfida che le amministrazioni dovranno affrontare. Ripensare il sistema della mobilità urbana vuol dire pensare a reti integrate fatte di corsie preferenziali per i mezzi pubblici, ma anche di percorsi pedonali-ciclabili chiusi al transito delle auto. Significa dunque immaginare delle nuove città ridisegnando l'attuale modello urbano, guardando davvero verso quelle Smart Cities che, nel nostro Paese, sono ancora lontane. E la manifestazione di #Mobilità Nuova, in programma domani nel capoluogo lombardo, va in questa direzione e dimostra che da parte dei cittadini, dei tanti pedoni, pedali e pendolari, c'è la voglia di raccogliere questa sfida ribadendo a Governo e amministratori locali la necessità di incentivare il settore del trasporto urbano sostenendo, attraverso scelte strategiche, le persone che ogni giorno si muovono usando i mezzi urbani, la bici o le proprie gambe e dando a chi usa l'auto l'opportunità di scegliere un'alternativa più efficiente, sicura ed economica. Ma per far ciò serve impegno e coraggio da parte di tutti, solo in questo modo si potrà invertire quel trend negativo, quello stallo ormai cronico, che Ecosistema Urbano ha registrato nel settore nella mobilità alternativa».

Anche per il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, che quando era presidente di Legambiente di questi rapporti ne ha firmati molti, «Per rispondere alla crisi economica e ambientale bisogna ripartire dalle città, investire in smart city, bellezza, coesione sociale, nella rigenerazione delle nostre metropoli.  Serve spostare risorse dalle grandi infrastrutture alla manutenzione del territorio, alla riqualificazione delle città e del patrimonio edilizio esistente, e puntare su una nuova mobilità. Come dimostrano i dati del dossier "Trasformazioni Urbane" diffusi oggi da Legambiente, infatti, il traffico, lo smog e il trasporto pubblico al palo sono vere emergenze per le nostre città. Eppure, mentre cala il consumo di benzina e gli italiani aumentano i loro spostamenti in bici, a piedi e sul trasporto pubblico, non cambiano le politiche per la mobilità nel nostro Paese. Per rispondere alle esigenze trasportistiche di milioni di cittadini, abbattere la concentrazione di polveri sottili disperse in aria e risolvere al contempo anche la congestione del traffico bisogna dare finalmente spazio a una mobilità sostenibile e integrata, che punti su trasporto pubblico locale, ferro, che promuova e renda sicuro  l'uso della bicicletta. Per tutti questi motivi domani sarò a Milano per la manifestazione L'Italia cambia strada per una mobilità nuova organizzata dalla Rete per una Mobilità Nuova».

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