02/05/13

Pedoni, pedali e pendolari: 150 associazioni per le 3 colonne di una Mobilità nuova

Anche il settore della mobilità, come purtroppo altri del nostro paese, è regolato da contraddizioni.  Per soddisfare la domanda di mobilità del 2,8% delle persone e delle merci (cioè di quella quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 chilometri) si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore (perlopiù nuove strade, tangenziali e circonvallazioni), mentre all'insieme degli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo (dove si muove il 97,2% della popolazione) lo Stato destina solo il 25% delle risorse.

Quindi è necessario un cambio di paradigma che conduca verso una "Mobilità Nuova" che rappresenta la richiesta formulata dalla Rete di associazioni  (oltre 150 sigle tra cui  Legambiente, Libera Slow Food, Tci, Coldiretti, Aiab, Cittadinanzattiva, Mdc, Intersos, Spi Cgil, Uisp) che si ritroverà sabato 4 maggio a manifestare per le strade di Milano. La "Mobilità Nuova" per Legambiente ruota attorno a quattro perni: l'uso delle gambe, l'uso delle bici, l'uso del trasporto pubblico locale e della rete ferroviaria, l'uso occasionale dell'auto privata (sostituita in tutti i casi in cui è possibile da car sharing, car pooling, taxi).
«C'è un'urgente necessità di riorientare le risorse pubbliche concentrando la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità ha dichiarato Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta- Quest'esigenza si sta affermando ogni giorno con più forza anche in Piemonte e in Valle d'Aosta, territori in cui si avvertono pesantemente gli effetti di una politica che continua a disinvestire sul trasporto pubblico locale proprio in un momento di crescita del numero di passeggeri. Ci auguriamo che gli amministratori locali colgano la necessità di un cambiamento di paradigma e se ne facciano loro stessi promotori. Oggi è più che mai chiaro che incrementare le risorse destinate al trasporto pubblico e agli spostamenti non motorizzati è possibile a patto che si abbandonino progetti che prevedono l'ulteriore potenziamento della rete stradale e autostradale nonché grandi opere inutili e dannose come il Tav Torino-Lione».

La neonata Rete della Mobilità Nuova lancerà in occasione della manifestazione di sabato, una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare (obiettivo un milione di adesioni) che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti, a opere pubbliche che favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato.

L'idea è piaciuta al responsabile green economy del Pd Ermete Realacci, che ha aderito alla manifestazione. «Ottima e condivisibile l'iniziativa della Rete per una Mobilità Nuova  per promuovere una mobilità fondata sull'uso del trasporto pubblico locale, dei treni, delle bici e dell'intermodalità e rispondere così alle esigenze di trasporto di milioni di cittadini liberando al contempo le nostre città dallo smog e dal traffico- ha sottolineato l'esponente del Pd- Inquinamento e traffico sono ormai da troppo tempo delle vere e proprie emergenze per i nostri centri urbani e vanno affrontati alla radice.

La riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per altro, fa parte degli impegni che l'Italia ha già assunto in sede internazionale e comunitaria con il Protocollo di Kyoto e il cosiddetto programma del 20-20-20. Ripensare le politiche per la mobilità - ha aggiunto Realacci - è un cambiamento reso necessario anche dalla crisi, che si riflette sugli stili di vita dei cittadini: l'Aci/Censis stima una diminuzione nell'uso dell'auto di -5/7% km/anno, così come calano i consumi dei carburanti, -10,5% per la benzina e -9,7% per il diesel».

Realacci ricorda che ha presentato due disegni di legge per dare impulso alla mobilità sostenibile, «uno che promuove lo sviluppo dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, riconosce la ciclabilità come soluzione efficace e a impatto zero per gli spostamenti cittadini personali su mezzo privato e mira a garantire la sicurezza delle persone che scelgono di spostarsi in bici; il secondo, che aveva presentato il Senatore Francesco Ferrante nella passata Legislatura, per il recupero del nostro patrimonio ferroviario inutilizzato e per la sua integrazione con un sistema di mobilità dolce e di itinerari ciclo-pedonali. In entrambi i casi si tratta di proposte trasversali, aperte al sostegno di tutte le forze politiche, che hanno già raccolto la firma di molti altri colleghi e spero possano iniziare rapidamente il proprio iter in Parlamento».

Infine il responsabile green economy del Pd si sofferma sul tema della sicurezza. «E' inoltre necessario  riconoscere e risarcire anche l'infortunio occorso al cittadino che si reca al lavoro in bicicletta, così come richiesto dalla petizione popolare promossa da Fiab e dal movimento Salvaiciclisti. Una misura attesa e urgente, da me sottoposta all'attenzione del ministero del Lavoro con una interrogazione presentata nella scorsa Legislatura, rimasta senza risposta nonostante le sollecitazioni, e ripresentata pochi giorni fa (A.C. 4-00311)».


2 maggio 2013

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