24/05/13

La favola dell'impatto zero fa male all'ambiente: basta prenderci in giro

Un'abitazione familiare contiene fino a 400 tonnellate di materie prime

Per i fan dell'impatto zero, l'European minerals day (Emd), che viene celebrato ogni 24 maggio, non è un giorno da festeggiare. Riporta bruscamente alla realtà, con un atterraggio che può far male. Prendiamo l'utilizzo dell'auto: siamo felici quando possiamo permetterci l'acquisto di un auto dai consumi ridotti, dalle emissioni contenute, magari dal motore ibrido. Pensiamo di poterci dunque ritenerci soddisfatti; dopotutto, la nostra parte per "la tutela dell'ambiente" l'abbiamo fatta. Crediamo di muoverci per la città a impatto zero, o quasi. Purtroppo, non è così.

Quando usiamo l'automobile - ci ricorda una nota dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - viaggiamo su un mezzo assemblato non solo con centinaia di kg di ferro ma anche con decine di kg di nickel, cromo, alluminio, manganese, rame, piombo, zinco, sino ai pochi grammi del platino utilizzato nella marmitta catalitica. Una sola auto, inoltre, contiene oltre una tonnellata di minerali nelle gomme (talco, carbonato di calcio), plastiche (talco, carbonato di calcio, caolinite, wollastonite), vetro, stampi (bentonite, silicati, wollastonite), ed oltre una tonnellata di metalli. Lo stesso vale per il trasporto pubblico.
Quello dell'auto è solo un esempio, replicabile in un'infinità di contesti. Praticamente, in tutti quelli nei quali si svolge questa nostra vita del XXI secolo. Basti pensare alle nostre case: un'abitazione familiare contiene fino a 400 tonnellate di materie prime: inerti, cemento, argilla, carbonato di calcio, gesso, vetro, pitture, ceramiche, laterizi, e molte tonnellate di metalli. L'utilizzo intensivo di materia vale infatti, con minerali diversi, per tutti i macchinari che usiamo direttamente e indirettamente, vale per la struttura delle case dove abitiamo e dei locali dove lavoriamo, studiamo o passiamo il tempo libero e vale anche per l'intero settore industriale. Appare chiaro come i minerali rivestano un'importanza strategica non solo economica e politica, ma anche sociale, perché la nostra quotidianità è assolutamente dipendente dall'uso delle materie prime minerarie anche se spesso, poiché utilizzatori di prodotti finiti, non ce ne rendiamo conto.

Senza molti minerali e metalli la nostra industria manifatturiera e ad alta tecnologia si fermerebbe. Per questo produzione e approvvigionamento di materie prime sono di importanza fondamentale per l'economia dell'Unione Europea. In Europa ci sono circa 30mila cave, miniere e impianti minerari attivi. Le azioni di raccolta e recupero sono particolarmente importanti poiché, pur avendo un ruolo di leader nella produzione mondiale di minerali da costruzione e di minerali industriali (il 57% di feldspato - 22% solo dall'Italia -, il 36% di caolino, il 19% di bentonite e il 15% di gesso), il nostro continente è fortemente dipendente da fornitori/competitori extracontinentali per quanto riguarda i metalli, anche se per alcuni di loro ha produzioni non trascurabili (11% di cromo, il 9% di argento, l'8% di zinco e titanio, il 6% di rame). Questo fa capire quanto l'economia europea sia fragile nella sua dipendenza dalle materie prime e dalla loro importazione, e quanto la geologia giochi un ruolo fondamentale per il nostro sviluppo ed il rilancio dell'economia.

Altrettanto importante - spiega ancora l'Ispra - è il recupero e la restituzione alle comunità dei siti minerari dismessi, che generalmente sono inquinati. Solo in Italia, a fronte di 180 miniere in produzione (quasi tutte di minerali industriali), sono presenti circa 3.000 siti che sono stati in attività a partire dal 1870 e che presentano problematiche ambientali in gran parte irrisolte. Il 70% dell'industria manifatturiera europea utilizza direttamente materie prime minerarie per un valore di 1.324 miliardi di euro e  con un impiego di 30 milioni di lavoratori.

L'European minerals day - il cui lancio ufficiale è tenuto oggi in Italia (a Vipiteno) alla presenza di Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea - è dedicato proprio ai minerali, da quest'anno è anche un evento ufficiale della  European Innovation Partnership on Raw Materials (Partenariato europeo per l'innovazione sulle materie prime) , recentissima iniziativa dell'Unione Europea per il rilancio industriale. Sicuramente non possiamo immaginare una vita senza l'uso dei minerali, ma per ottenere i quantitativi utili per costruire un solo televisore, è necessario scavare e trattare quantità enormi di roccia, con costi ambientali rilevanti e la perdita definitiva di risorse non rinnovabili.

Ciò impone una visione strategica che a metodi di estrazione e lavorazione che siano sostenibili dal punto di vista dell'ambiente, dell'economia e del sociale, associ politiche di raccolta, riutilizzo e riciclo dei prodotti minerari, nonché la promozione di politiche di sostenibilità in altre parti del mondo. Certo, continuare a parlare d'impatto zero sarebbe più facile, certamente più seduttivo. Ma la concretezza del mondo reale ci pone davanti una sfida più complessa, dalla quale non possiamo sottrarci.

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