L’interessamento da parte degli installatori per questa nuova prospettiva di business, gli impianti fotovoltaici con sistemi autonomi di accumulo,
è in forte crescita. Gli aspetti principali legati all’utilizzo di sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica autoprodotta riguardano essenzialmente due aspetti: il vantaggio di aumentare considerevolmente l’energia in autoconsumo, tagliando la quantità di energia acquistata dalla rete elettrica, e la spesa per l’acquisto delle batterie. In altre parole: ciò che fa dell’acquisto di batterie un buon investimento è il rapporto costi-benefici ad esso connesso.
Quanto costa l’energy storage e quanto risparmio è in grado di garantire sulla bolletta elettrica?
Quando si parla di batterie elettriche, di piccoli sistemi di stoccaggio “domestico” o “industriale”, si parla di applicazioni per piccoli e medi impianti fotovoltaici al servizio dell’abitazione o dell’azienda. Si parla di impianti di piccola e media taglia tipicamente realizzati in contesto residenziale.
Ovviamente, trattandosi di nuove soluzioni, ancora relativamente giovani sul mercato, la questione fondamentale è il prezzo. Nonostante ciò, già oggi, con i prezzi di oggi, è possibile stimare la convenienza economica ottenibile innalzando la quota di autoconsumo ad almeno il 60% dell’energia auto-prodotta.
Per esempio: consideriamo un impianto fotovoltaico installato in centro italia e consideriamo il classico impianto domestico da 3 Kw di potenza (che potrebbe costare “chiavi in mano” meno di 2.500 €/kw incluso di Iva). E’ possibile valutare/stimare la convenienza economica del progetto senza incentivi e senza i vantaggi dello scambio sul posto?
Attraverso l’utilizzo di un sistema di energy storage in grado di accumulare energia per 2,5 Kwh la quota di energia utilizzabile in autoconsumo potrebbe arrivare al 60%. In questa condizione è stimato che il proprietario dell’impianto fotovoltaico già oggi potrebbe ottenere un guadagno annuale di minimo 100 euro. In questa situazione l’impianto è già in grid parity, ovvero conveniente anche senza incentivi e senza il meccanismo compensativo dello scambio sul posto.
Se invece ipotizzassimo una soluzione di stoccaggio per una capacità utile pari a 5,75 Kwh , soluzione che sarebbe in grado di garantire il 100% del fabbisogno energetico dell’abitazione, si può stimare un incremento del beneficio annuo di circa 230 €. Beneficio ottenibile rispetto all’installazione dello stesso impianto senza un sistema di energy storage.
Ovviamente si tratta di stime, si tratta di prezzi medi per un impianto “tipo”, ma in molte situazioni la realizzazione del fotovoltaico con sistema autonomo di accumulo è una soluzione già oggi sostenibile economicamente; senza incentivi e senza scambio sul posto.
Non solo: l’ energy storage per gli impianti da fonte rinnovabile è una soluzione prospettabile anche dallo stesso gestore della rete elettrica nazionale. I sistemi autonomi di accumulo, infatti, garantirebbero una protezione della rete dai picchi di immissione e ridurrebbero i costi di gestione e di dispacciamento della rete stessa.
Teniamo presente che già oggi in Germania, avanguardia mondiale del solare, sono partiti nuovi incentivi per favorire la diffusione dell’energy storage degli impianti da fonti rinnovabili, soluzione prospettata e voluta dal gestore per diminuire gli oneri di gestione della rete stessa.
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