06/04/13

Sostenibilità: shopper biodegradabili, l'UE fa chiarezza sui termini/focus = per decomporsi servono determinate condizioni di temperatura e umidità'

Biodegradabile è sinonimo di compostabile? Come, in quanto tempo e a quali condizioni si degrada un 'bioshopper'? E il petrolio, c'entra o no? Sui bioshopper c'è ancora confusione e il termine "biodegradabile" puo' essere frainteso dai consumatori. Su questo tema il Libro Verde Ue "Una strategia per i rifiuti di plastica nell'ambiente" cerca di fare chiarezza, sollevando anche qualche perplessita' sul corretto utilizzo della dicitura, almeno in alcuni casi.

Pratici, leggeri, economici, ma purtroppo 'usa e gettà, i sacchetti di plastica esercitano una notevole pressione ambientale: nel 2010, ben 95,5 miliardi di sacchetti di plastica (pari a 1,42 milioni di tonnellate) sono stati immessi nel mercato europeo, in prevalenza (92%) monouso, andando ad aggravare il peso dei rifiuti di plastica nell'ambiente marino. Solo lungo la costa toscana, i sacchetti di plastica sono stati pari al 73% dei rifiuti raccolti dai pescherecci. In seguito alla consultazione pubblica sui sacchetti di plastica del 2011, la Commissione europea sta valutando diverse opzioni come la plastica biodegradabile che, pur costituendo ancora un segmento di mercato ridotto, viene prodotta su scala industriale con una crescita, in Europa, che va dalle 0,23 Mt/annui del 2007 alle 0,93 Mt/annui nel 2011.Biodegradabile e' sinonimo di compostabile? Come, in quanto tempo e a quali condizioni si degrada un 'bioshopper'? E il petrolio, c'entra o no? Sui bioshopper c'e' ancora confusione e il termine "biodegradabile" puo' essere frainteso dai consumatori. Su questo tema il Libro Verde Ue "Una strategia per i rifiuti di plastica nell'ambiente" cerca di fare chiarezza, sollevando anche qualche perplessita' sul corretto utilizzo della dicitura, almeno in alcuni casi.

Pratici, leggeri, economici, ma purtroppo 'usa e getta', i sacchetti di plastica esercitano una notevole pressione ambientale: nel 2010, ben 95,5 miliardi di sacchetti di plastica (pari a 1,42 milioni di tonnellate) sono stati immessi nel mercato europeo, in prevalenza (92%) monouso, andando ad aggravare il peso dei rifiuti di plastica nell'ambiente marino. Solo lungo la costa toscana, i sacchetti di plastica sono stati pari al 73% dei rifiuti raccolti dai pescherecci. In seguito alla consultazione pubblica sui sacchetti di plastica del 2011, la Commissione europea sta valutando diverse opzioni come la plastica biodegradabile che, pur costituendo ancora un segmento di mercato ridotto, viene prodotta su scala industriale con una crescita, in Europa, che va dalle 0,23 Mt/annui del 2007 alle 0,93 Mt/annui nel 2011.Biodegradabileè sinonimo di compostabile? Come, in quanto tempo e a quali condizioni si degrada un 'bioshopper'? E il petrolio, c'entra o no? Sui bioshopper c'e' ancora confusione e il termine "biodegradabile" puo' essere frainteso dai consumatori. Su questo tema il Libro Verde Ue "Una strategia per i rifiuti di plastica nell'ambiente" cerca di fare chiarezza, sollevando anche qualche perplessita' sul corretto utilizzo della dicitura, almeno in alcuni casi.

Pratici, leggeri, economici, ma purtroppo 'usa e getta', i sacchetti di plastica esercitano una notevole pressione ambientale: nel 2010, ben 95,5 miliardi di sacchetti di plastica (pari a 1,42 milioni di tonnellate) sono stati immessi nel mercato europeo, in prevalenza (92%) monouso, andando ad aggravare il peso dei rifiuti di plastica nell'ambiente marino. Solo lungo la costa toscana, i sacchetti di plastica sono stati pari al 73% dei rifiuti raccolti dai pescherecci. In seguito alla consultazione pubblica sui sacchetti di plastica del 2011, la Commissione europea sta valutando diverse opzioni come la plastica biodegradabile che, pur costituendo ancora un segmento di mercato ridotto, viene prodotta su scala industriale con una crescita, in Europa, che va dalle 0,23 Mt/annui del 2007 alle 0,93 Mt/annui nel 2011.
Il termine "biodegradabile", pero', puo' essere frainteso dai consumatori. Spesso, ad esempio, i consumatori pensano che, se "biodegradabili", i sacchetti siano adatti al compostaggio domestico, ma la grande maggioranza delle plastiche biodegradabili puo' decomporsi solo in certe condizioni di temperatura e umidita' e in strutture di compostaggio industriali e non si presta ne' per il compostaggio domestico, ne' si decompone in tempi ragionevoli se gettata nella spazzatura. 
Ci sono poi i casi di 'biodegradabilita' dichiarata'. Ad esempio, la frammentazione della plastica accelerata da un agente ossidante (di norma un sale metallico) in presenza di ossigeno, calore e raggi Uv, produce frammenti microscopici di plastica che hanno proprieta' simili alla plastica sfusa. I residui di questa oxodegradazione possono avere impatti incerti. La plastica oxodegradabile potrebbe rischiare di contribuire alla pressione gia' esercitata dalle microplastiche che raggiungono l'ambiente marino e potrebbe, pertanto, aumentare notevolmente il rischio di ingestione da parte degli animali.

La presenza di agenti ossidanti nei flussi di rifiuti di plastica puo' anche rendere piu' difficile il riciclaggio della plastica. Sarebbe opportuno valutare  specifica il Libro Verde  se l'uso del termine "biodegradabile" sia lecito in questo caso. In più, la decomposizione nell'ambiente marino dipende da numerosi fattori: tipo di prodotto, presenza dei microorganismi giusti, temperatura dell'acqua e densita' del prodotto. Una miscela tra amido e Pcl puo' impiegare dalle 20 alle 30 settimane nelle acque australiane contro i 20-30 giorni in sede di compostaggio. Inoltre, diverse plastiche biodegradabili potrebbero non decomporsi negli intestini di specie marine e le relative conseguenze rimarranno comunque un aspetto da risolvere.

Le bioplastiche prodotte con risorse rinnovabili sono solitamente prodotte con amido estratto da mais, riso, canna di zucchero o patate, ma la designazione si riferisce all'origine della risorsa e non alla gestione alla fine del ciclo di vita. Sebbene la maggior parte delle plastiche biodegradabili attualmente siano bioplastiche, le stesse possono essere anche derivate dal petrolio o da una combinazione tra petrolio e risorse di origine biologica.Inoltre, alcuni polimeri di origine biologica, come il polietilene a base di bioetanolo, non sono biodegradabili.

(Adnkronos)

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