19/04/13

Rifiuti, tribunale Ue conferma: niente contributi per la gestione e lo smaltimento in Campania

 Non saranno versati all'Italia i contributi finanziari del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Perché l'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie per lo smaltimento dei rifiuti nella regione. Questione, fra l'altro, che ha comportato la messa in more e la condanna per inadempimento: non avendo messo in atto tutte le misure necessarie per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, l'Italia ha messo in pericolo la salute umana e ha danneggiato l'ambiente.

Il Tribunale Ue ha confermato le decisioni della Commissione e ha respinto il ricorso dell'Italia. Il Fesr ha come obiettivo quello di contribuire al potenziamento della coesione economica e sociale, riducendo le disparità regionali. Tale contributo avviene attraverso un sostegno allo sviluppo e attraverso l'organizzazione strutturale delle economie regionali, anche per quanto riguarda la riconversione delle regioni industriali in declino. E contribuisce, fra l'altro, alla realizzazione di un livello elevato di protezione dell'ambiente.

Nel 2000 la Commissione - nell'ambito del sostegno agli interventi strutturali dell'Unione in Italia -  ha approvato il programma operativo Campania ("PO Campania"), per spese effettuate fra il 5 ottobre 1999 e il 31 dicembre 2008. Per le azioni regionali destinate a migliorare e a promuovere il sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti per l'Italia è stato previsto un cofinanziato dai Fondi strutturali pari a 46 634 365,80 euro ovvero pari al 50% della spesa totale (93 268 731,59 euro).
Però, nel 2007 l'Italia è stata messa in mora dalla Commissione. Perché non ha garantito in Campania che i rifiuti fossero smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza recare pregiudizio all'ambiente. Perché non ha creato una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento in Campania in violazione della direttiva sui rifiuti. Cosa confermata dalla Corte di Giustizia europea nel 2010. La Corte ha constatato, fra l'altro, che il tasso di raccolta differenziata dei rifiuti nella regione Campania era molto basso rispetto alla media nazionale e dell'Unione e che gli impianti esistenti e in funzione nella regione erano ben lontani dal soddisfare le esigenze reali.

Dato il procedimento di infrazione, nel 2008 la Commissione ha informato le autorità italiane delle conseguenze sul finanziamento del PO Campania: si è proposto di rifiutare provvisoriamente il rimborso delle spese del PO Campania relativo al sistema regionale di gestione e smaltimento dei rifiuti, anch'esso oggetto del procedimento d'infrazione. Dunque, le domande di pagamento per spese relative al PO presentate successivamente al momento in cui l'Italia è venuta meno agli obblighi derivanti dalla direttiva relativa ai rifiuti (entrata in vigore il 17 maggio 2006) sarebbero state respinte.

Con due ricorsi l'Italia ha chiesto al Tribunale di annullare le decisioni di rifiuto della Commissione. L'Italia sostiene che per giustificare tale rifiuto, l'oggetto specifico del procedimento di infrazione avrebbe dovuto coincidere perfettamente con le "operazioni" oggetto della domanda di pagamento dei finanziamenti.

Ma secondo il Tribunale, per rifiutare i pagamenti intermedi del Fesr, è sufficiente che la Commissione dimostri che l'oggetto di un procedimento d'infrazione in corso è direttamente collegato alla "misura" cui si riferiscono le operazioni oggetto del finanziamento. La nozione di "misura" ha una portata più ampia rispetto a quella di "operazione".

Del resto il ricorso per inadempimento ha riguardato l'intero sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti in Campania, compresa l'inefficacia sia del recupero sia della raccolta differenziata. L'oggetto del procedimento d'infrazione ha riguardato l'insufficienza della raccolta differenziata come un elemento a monte, che ha aggravato le carenze del sistema di gestione dei rifiuti nel suo complesso. E la misura 1.7 del PO Campania ha previsto interventi per la creazione di un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e la realizzazione di discariche per lo smaltimento dei rifiuti a valle della raccolta differenziata medesima. E', dunque, innegabile il collegamento fra l'oggetto del procedimento d'infrazione e la misura. In sostanza, a nostro avviso, la decisione presa è incontrovertibile.

Eleonora Santucci





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