02/04/13
R. stampa / governo, Franceschini (PD): in ruoli chiavi necessarie esperienza e competenza
"Siamo dentro una fase di transizione e siamo ancora in un sistema istituzionale che da trent'anni si dice vada modernizzato perché non più adeguato rispetto alla rapidità ed efficacia con cui vanno assunte le decisioni. Siamo poi alla fine del ventennio berlusconiano leghista che ha portato a un terremoto politico. Certo, la miscela tra massimo della crisi economica e minimo di credibilità della classe dirigente è infernale e apre la strada a scorciatoie e populismi" così il deputato del Pd Dario Franceschini commenta l'attuale situazione politica in Italia, in un'intervista alla Stampa. "Non ho esitato un attimo - prosegue il deputato a condividere la scelta di due personalità con una storia autorevole e importante alle spalle come Grasso e la Boldrini: anche questo insegna a fare la buona politica. Mi preoccupa che sta crescendo come una moda la prassi secondo cui si debbano cercare anche per i ruoli più importanti persone il cui unico requisito sia non avere mai fatto politica. Che in parlamento finalmente vi sia una rappresentanza femminile e che alla Camera vi siano molti under 40 è un fatto molto positivo. Io sto dicendo che nei ruoli di maggior responsabilità, credo che mai come adesso, data la situazione drammatica in cui è l'Italia, servano competenza ed esperienza. Elementi che non sono sempre legati all'età. Sono veramente stanco di questa teoria assurda in base alla quale l'unico campo della vita in cui non servirebbero la gavetta, il curriculum, l'esperienza e la professionalità, sia la politica. I prossimi 7 anni per l'Italia saranno difficili e rischiosi, proprio per questo credo che al Colle serva una guida scelta per autorevolezza, energia, competenza e non seguendo semplicemente un'ondata emotiva del momento. E soprattutto una persona che aiuti il Paese a uscire dalla contrapposizione senza sbocchi di questi ultimi 20 anni".
Riguardo la scelta di candidare di nuovo Berlusconi, l'ex segretario del Pd commenta: "Sono stato accusato a volte anche nel Pd di eccesso di antiberlusconismo, ma quello è scontro politico. Altra cosa è riconoscere che chi guida la destra lo decidono gli elettori di destra e non noi. E se hanno deciso Berlusconi, ci piaccia o no, è con lui che bisogna discutere. E discutere non significa per forza inciucio".
Roma, 2 apr (PO / Fla)
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