Come tanti colleghi in questi giorni mi trovo a discutere del perché il
Pd ha scelto un’alleanza per la costruzione di un Governo con partiti
appartenenti alla sfera del centro destra (Pdl, Lista Civica) e non con
il M5s.
Molti nostri militanti ci dicono che se si appoggiava la candidatura di Rodotà questo sarebbe stato possibile.
Io
penso sia assolutamente non vero e provo a spiegare il perché. Oggi in
discussione vi sono due visioni diverse di modalità di governance della
cosa pubblica. Da un lato la democrazia delegata, parlamentare dove
appunto il cittadino tramite il suo voto delega chi lo rappresenta.
Dall’altra un’idea che io chiamo “dittatura del web” che apparentemente
ma non solo utilizza lo strumento sintomo di libertà in assoluto : la
rete informatica, su cui però viene esercitato un controllo quasi
militare .
La democrazia delegata sono anni che soffre di una crisi
che ha messo in luce la difficoltà palese dei delegati a rappresentare
chi li ha eletti o nominati. Ciò vale per i partiti, i sindacati le
associazioni di categoria fin tanto le associazioni di volontariato.
Soprattutto a livello istituzionale si sono intraprese da parte di
pionieri forme di partecipazione dei cittadini più dirette senza
scardinare il sistema. Si pensi all’esperienza dei processi partecipati
sui bilanci dei comuni, alla progettazione urbanistica dei territori
partecipata, ai processi di agenda 21 locale e ad altri strumenti tra
l’altro riportati da Luigi Bobbio (A più voci, 2004) e da Bratti
Vaccari (Gestire i beni comuni, 2006) in compendi specialistici.
Sono state esperienze , a mio parere, archiviate frettolosamente che hanno mostrato limiti ma molte potenzialità. Si trattava della fine del secolo scorso in cui già si pensava al web come strumento che poteva facilitare la partecipazione ma non erano ancora stati ideati i social network, vera rivoluzione in questa direzione.
Grillo e il M5s invece hanno in mente qualcosa di assolutamente alternativo al modello sopra descritto. La democrazia delegata scompare e viene sostituita da una sorta di assemblearismo degli anni 2000. L’Agorà è la piazza virtuale e fin qui tutto è molto interessante, accattivante potenzialmente democratico, veloce, rispondente alla velocità della trasformazione dei processi che ci investono quotidianamente ma presenta un grande pericolo: il controllo verticistico dell’input. Chi decide cosa ,rimane la grande domanda a cui il M5s risponde con Beppe Grillo e Casaleggio, una sorta di “ Padre” del film Equilibrium.
Il Pd sta dentro una logica ripeto imperfetta e non più al passo con i tempi ma che non può trovare nel M5s un alleato perché nei fatti il Movimento è il suo potenziale distruttore. Questa era la questione che da subito avevamo dovuto capire! Il Governo di cambiamento con il M5s non si poteva realizzare! Quel cambiamento sarebbe stata la fine del Pd. Ora il virus del grillismo è penetrato profondamente nel nostro Partito. A noi trovare i giusti anticorpi che significa anche e soprattutto sfidare il M5s nel merito dei problemi posti spesso veri e reali, dall’etica della politica ai temi ambientali e dei beni comuni e fare proposte concrete, non difendendo a priori un sistema che necessita di una robusta manutenzione. Una sfida a viso aperto per difendere e ribadire quei principi democratici che sono ancora attuali riportati nella nostra Costituzione.
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