Romano: «I fondi già disponibili rimangono però sottoutilizzati da imprese e P.A.»
In
vista di Smart Energy Expo, la prima fiera sull'efficienza energetica
che si svolgerà a Verona dal 9 all' 11 ottobre, è stato organizzato a
Roma presso il Senato dell'incontro Efficienza energetica e Pubblica
amministrazione: scenari e sviluppi, durante il quale il tema parlato
dei finanziamenti è si è conquistato la scena con una proposta a marchio
ministero dell'Ambiente. «L'efficienza energetica nel nostro Paese
potrebbe essere finanziata attraverso l'emissione di particolari bond,
obbligazioni senza scadenza, con un rendimento lievemente superiore a
quelli del Tesoro - ha dichiarato il sottosegretario del ministero
dell'Ambiente Tullio Fanelli Si tratta di una manovra che non genera
debito, bensì risparmio energetico e quindi Pil, e che ha un forte
significato industriale oltreché sociale ed etico, ed è questo che
spiegheremo a Bruxelles, dove è meglio andare con idee e progetti
piuttosto che con il cappello in mano a chiedere di poterci indebitare
di più».
Sara Romano, direttore generale del ministero dello
Sviluppo economico ha però fatto presente come «i fondi attualmente
esistenti, tra cui il fondo di Kyoto, siano sottoutilizzati dalle nostre
imprese e dalla P.A.», e ha ricordato come «la finanziabilità dipenda
sempre dalla coerenza e dalla bontà dei progetti stessi, che non possono
essere standardizzati o replicati rigidamente, ma devono partire da un
adeguato e professionale check energetico per poi proporre
l'applicazione di soluzioni ad hoc».
Proprio sul piano della qualità progettuale le tecniche di edilizia sostenibile possono dare un grande contributo in termini anche di efficienza energetica, riconvertendo il patrimonio immobiliare che è vetusto anche nelle sue componenti (specialmente nei centri urbani di maggiori dimensioni). La riqualificazione del parco edilizio e infrastrutturale in chiave ambientale, permetterebbe tra l'altro di rispondere in maniera adeguata alle sfide poste dal cambiamento climatico.
Ai fini della realizzazione della ricerca Abitare Verde: tendenze in atto e futuri drivers di mercato elaborata da Nomisma e Pentapolis, e presentata oggi a Roma, sono state selezionate alcune caratteristiche "green", (caldaia di ultima generazione, infissi ad alte prestazioni energetiche, isolamento muri esterni, elettrodomestici a basso consumo, riduttori flusso dell'acqua, riciclo delle acque e utilizzo di materiali non nocivi alla salute) riferite all'abitazione e riconducibili alle indicazioni internazionali in tema di efficientamento energetico e sostenibilità, ed è stato ricostruito l'identikit "abitativo" delle famiglie italiane.
Il 3,2% già possiede tutti i requisiti "verdi", il 24% invece non ha ancora nessuna delle caratteristiche selezionate. A fronte di un 12,1% in reale cammino verso pratiche a basso impatto, fa da contraltare un 60,7% di famiglie dove sono riscontrabili solo sporadiche attenzioni alle prestazioni energetiche e ambientali della propria casa.
Quindi rimane ancora molto da fare, anche se sulla tendenza gli operatori del settore sono ottimisti «Ad oggi, afferma Massimiliano Pontillo, presidente di Pentapolis - le pratiche di "green building" cominciano ad essere una realtà, il mercato italiano può contare su una domanda in veloce crescita, anche se ancora non in grado di imprimere una reale conversione al settore e a tutta la filiera, ma il cui orientamento inizia a pesare».
Tra i fattori determinanti nell'eventuale scelta di un'abitazione (oltre prezzo e localizzazione) risulta principalmente la classe energetica dell'edificio (22,8% delle famiglie) e la tipologia nuova o ristrutturata dell'immobile (19,5%) ma il 15,1% pone attenzione all'utilizzo di materiali non nocivi alla salute e il 14,7% alla presenza di impianti di energia rinnovabile. Stesso orientamento hanno le dichiarazioni degli italiani relative agli interventi strutturali che intendono realizzare nelle abitazioni.
Se negli ultimi anni le famiglie hanno privilegiato interventi sugli infissi (10,5%) o sulle caldaie (12,0%) nei prossimi mesi preferiranno interventi per l'isolamento termico dei muri esterni (cappotti e coibentazioni) o per "bonificare" le proprie mura domestiche da materiali considerati nocivi per la salute (intonaci vecchi, materiali trattati, etc) o anche per dotarsi autonomamente di impianti di energia rinnovabile. «Anche in Italia, quindi in un quadro di progressivo deterioramento del contesto sociale ed economico, emerge un nuovo ciclo nell'edilizia orientato al rinnovo del patrimonio disponibile con l'utilizzo di tecniche di bioedilizia già da tempo sperimentate sui mercati globali di riferimento», ha concluso Pontillo.
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