Premesso che
l'Italia è un paese ad alto rischio sismico sia per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio sia per l'intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, con un immenso prezzo pagato in termini di vite umane, di costi per la collettività, per lo sviluppo economico e per il patrimonio storico-artistico del Paese;
si stima per il ripristino e la ricostruzione post-evento a seguito di terremoti, l’Italia abbia dovuto spendere, solo per quel che riguarda gli ultimi quaranta anni, circa 135 miliardi di euro, che si sommano alle gravi e dolorose perdite di vite umane;
nonostante ciò gran parte del patrimonio edilizio italiano, pubblico, privato e produttivo, non rispetta gli standard antisismici indispensabili per le caratteristiche geofisiche di alta sismicità della Penisola;
il tema della sicurezza sismica degli edifici è di notevole rilievo sia sotto il profilo della sicurezza e della salvaguardia della vita, sia sotto il profilo sociale ed economico, riguardando anche la tutela del tessuto produttivo nazionale con la salvaguardia delle numerose aziende operanti sul territorio;
in altri termini, al tema della salvaguardia della vita, nel caso degli edifici industriali si associa anche il tema della salvaguardia del valore esposto – attrezzature, lavorati e semilavorati stoccati nei magazzini – e, soprattutto, della continuità operativa delle aziende;
come rilevato dal gruppo di lavoro Agibilità sismica dei capannoni industriali che, a seguito del sisma del 20 e 29 maggio scorso che ha interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, ha redatto delle “Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati con criteri antisismici” si tratta di un “tema di grande interesse a livello nazionale, che andrebbe affrontato in maniera sistematica soprattutto in termini di prevenzione, particolarmente in quei contesti a notevole sviluppo economico, dove la tardiva classificazione sismica ha determinato una particolare vulnerabilità di queste strutture, ma che assume contorni molto peculiari nell’emergenza post-sisma con una sequenza in corso, nei quali il fattore tempo assume rilievo fondamentale.”;
è necessario, quindi, dare subito un impulso all’avvio di opere di consolidamento e di miglioramento sismico degli edifici pubblici, privati, e produttivi; la realizzazione di tali lavori produrrebbe svariati risultati positivi perché accanto alla messa in sicurezza delle popolazioni e delle attività produttive, consentirebbe un pieno rilancio dell’edilizia di qualità e quindi dell’occupazione;
il provvedimento in esame incrementa i benefici fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico; in particolare per quanto riguarda il risparmio energetico la misura del credito d'imposta del 55 per cento delle spese sostenute per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti ricopre una importanza notevole per lo sviluppo sostenibile del Paese e si è rivelata la misura anticiclica di gran lunga più importante degli ultimi anni;
diversi Governi si sono ripetutamente impegnati con il Parlamento, i cittadini e le imprese ad utilizzare la medesima leva fiscale del 55% per avviare un piano straordinario di consolidamento e miglioramento sismico degli edifici pubblici, privati e produttivi;
nell’attuale fase di profonda crisi economica e gli investimenti in risparmio energetico e in messa in sicurezza sismica degli immobili rappresentano, senza dubbio, un importante volano per la ripresa economica del Paese;
impegna il Governo
ad estendere le agevolazioni fiscali previste per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici di cui all’articolo 1, comma 48 della legge 13 dicembre 2010, n. 220, agli interventi di consolidamento e miglioramento antisismico del patrimonio edilizio pubblico, privato e produttivo.
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