Un recente arresto nel ferrarese di un personaggio legato al Clan dei casalesi, le indagini e gli arresti a Reggio Emilia e le diffuse ormai retate a Modena ci indicano che anche la nostra regione costituisce terra di conquista per la malavita organizzata.
Già in Liguria, in Lombardia e in Veneto l’inserimento delle mafie all’interno del tessuto produttivo è costante.
Nella mia esperienza di Parlamentare ormai triennale all’interno della Commissione ecomafie ho potuto verificare direttamente , girando tutto il Paese e incrociando magistrati e forze dell’ordine che combattono il malaffare , lo stato preoccupante della diffusione del crimine organizzato in tutta Italia. Dal recente rapporto della Distrettuale antimafia, nella parte curata dal Dr Pennisi emerge chiaramente che i reati ambientali sono spesso associati a quelli di corruzione della pubblica amministrazione. I casi che hanno riempito le cronache di questi anni della Campania , della Calabria, della Lombardia e della Sicilia nel settore della gestione dei rifiuti sono un esempio eclatante. Ma oggi forse le attività che mostrano queste importanti e pervasive infiltrazioni sono sicuramente quello del movimento terra , della gestione dei rifiuti e dei trasporti .
In Lombardia ormai la stragrande maggioranza delle aziende che si occupa del movimento terra ha collegamenti con la ndrangheta . Spesso aziende lombarde mantengono il nome magari hanno amministratori incensurati ma le loro proprietà sono altrove. In altri casi la necessità di avere denaro liquido fa stringere patti fatali tra le aziende locali e chi ha denaro in grande quantità da investire che proviene dal traffico da stupefacenti.
Poi assistiamo ,e nel vicino Veneto comincia ad essere prassi diffusa , all’utilizzo degli scavi di grandi opere edili per riempirli con rifiuti speciali pericolosi. Quindi l’azienda esecutrice guadagna facendo i lavori e smaltendo in maniera illecita i rifiuti: un business che a detta degli esperti fa guadagnare più dello spaccio di cocaina.
Anche il mondo dei trasporti rappresenta un attività ad alto rischio infiltrazione mafiosa così come segnalato anche recentemente da riviste specializzate delle associazioni ufficiali del trasporto. Anche in questo caso, relativamente al trasporto dei rifiuti, si tratta spesso di ditte con ragioni sociali in continuo cambiamento che magari non hanno vinto gare , che non hanno certificato antimafia ma che si infilano tra le maglie della burocrazia per sfuggire ai controlli. Spesso ditte che hanno relazioni strette con uomini pubblici e che magari in alcuni casi hanno finanziato campagne politiche di alcuni candidati.
In una recente audizione fatta in Commissione il Ministro della Giustizia Severino ci indicava questo settore come uno dei più a rischio anche come vettore dell’espansione di affari criminosi verso il Nord.
Insomma in un momento di crisi e difficile dell’economia il rischio di infiltrazione mafiosa è molto forte soprattutto nelle attività produttive del Nord. Sempre più piccole e medie imprese rischiano il fallimento e sono attratte da chi promette e ha denaro . Denaro pericoloso ! E’ opportuno quindi rafforzare tutti gli strumenti di controllo preventivo e una ancor maggiore collaborazione fra Prefetture, organi di polizia giudiziaria , istituzioni locali e mondo delle imprese. Molto si sta facendo anche a Ferrara, ma l’attenzione va tenuta alta perché mai come oggi il Nord e anche la nostra regione e la nostra Provincia sono minacciati da un fenomeno che fino a ieri pensavamo solo riguardasse altre parti del Paese .
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