27/10/11

Primarie per i parlamentari SI con regole chiare

La discussione iniziata all’interno del Partito Democratico su l’applicazione del metodo delle primarie è di grande interesse non tanto per i meccanismi che regolano la vita interna di un Partito, di cui i cittadini e gli elettori potrebbero non essere interessati, ma perché apre riflessioni importanti sui temi della democrazia e degli istituti di rappresentanza nel caso specifico il Parlamento.
Una riflessione non di poco conto su un’Istituzione che esce dal combinato disposto legge elettorale “porcellum”, con liste bloccate e scelte dalle segreterie dei partiti, e l’iniziativa dell’attuale premier Berlusconi tesa a delegittimare il ruolo dei legislatori (più di 60 fiducie in tre anni) completamente svilita nel ruolo e nella rappresentanza. Le storture sono sotto gli occhi di tutti: compravendita dei parlamentari, scarso radicamento sul territorio , competenze ridotte al lumicino (non tutti), privilegi e costi ingiustificati, degrado morale. Se poi a ciò si aggiungono i temi specifici dei vitalizi, gli emolumenti etc assolutamente questioni reali è evidente che il Parlamentare diventa non più un ruolo fondamentale e decisivo in una democrazia rappresentativa ma di fatto un costo da abbattere se non un parassita da eliminare.
Ritengo che questo, proprio per l’esperienza fatta in questi tre anni, sia una deriva da contrastare pena una pericolosa regressione della democrazia del Paese che già poderosi colpi ha subito da Berlusconi e dal berlusconismo. Per fare questo è necessario ripartire. Soprattutto  un partito come il Pd se vuole avere credibilità deve mettere in campo azioni concrete per ridare fiducia alla politica.  Da qui le numerose proposte che abbiamo fatto: da una nuova legge sui partiti alla parificazione del trattamento economico a quello dei parlamentari europei, alla loro riduzione, all’abolizione dei vitalizi ,alla revisione dell’assetto istituzionale dello Stato eliminando il bicameralismo e riorganizzando le Province.  Importante diventa anche il percorso per scegliersi i propri rappresentanti e le caratteristiche che questi devono avere soprattutto sul versante del comportamento e dell’etica pubblica indipendentemente se questi siano o meno soggetti a percorsi giudiziari. Tra queste proposte vi è anche l’applicazione dello strumento delle primarie, soprattutto con questa legge elettorale, per scegliere i parlamentari. Uno strumento che  aiuta sicuramente  ad avvicinare l’elettore al eletto, che deve essere  però ben regolamentato per evitare sprechi di risorse finanziarie  e fare in modo che non impedisca la pluralità della rappresentanza (un giusto equilibrio ad esempio di genere e delle rappresentanze sociali)
Non dimentichiamo che le primarie sono state uno strumento fondante per il Partito Democratico e rappresentano un’innovazione democratica importante. Nel caso dell’elezione dei sindaci e presidenti della Regione sono state nella stragrande maggioranza dei casi lo strumento per scegliere il candidato migliore e vincente (Vendola in Puglia, Pisapia a Milano, Demagistris a Napoli, Merola a Bologna), per i parlamentari non esistono esperienze pregresse. 

Con l’attuale legge elettorale penso sia indispensabile farle per riavvicinare una parte di quel elettorato che ha voglia di fare politica e che chiede di esprimersi per decidere chi li rappresenta, ma evitiamo semplificazioni che tendono a trasformare uno strumento in un fine. Cominciamo quindi a pensare fin da ora a quelli percorsi mettere in campo anche a Ferrara e nella nostra Regione perché ciò avvenga nella massima trasparenza e con l’obiettivo di cogliere quella grande domanda di partecipazione che molti chiamano antipolitica ma che io ritengo sia una richiesta di una politica diversa e che un grande partito deve saper cogliere.

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