Gentili signori/e,
proprio questa mattina abbiamo depositato gli emendamenti alla manovra per la discussione che inizia a partire dalla Commissione Bilancio della Camera. La volontà del Gruppo del Partito Democratico è stata quella di indicare la soppressione dell'art. 4 e conseguentemente anche dell'art. 5 proprio per le ragioni che anche Lei ha sottolineato.
E' vero, ha stupito anche molti di noi il silenzio su questo gravissimo atto di negazione dell'espressione di una volontà popolare così esplicita e netta. Anche sulla stampa nazionale devo rilevare che solo l'Unità, con un bellissimo editoriale di Claudio Sardo del 25 agosto, ha affrontato con serietà e competenza l'argomento. Io, in qualità di capogruppo Pd in commissione ambiente, ma molti altri colleghi con me, ho fatto rilevare la necessità di arrivare al più presto ad una autentica traduzione del dettato referendario anziché introdurre escamotage che aggirino l'applicazione di una norma. Onestamente va detto che nella discussione al Senato il nostro gruppo ha presentato emendamenti soppressivi, ma alla cosa non si è data la necessaria pubblicità anche per la evidente concentrazione di interessi mediatici e politici su argomenti di impatto immediato e devastante sui bilanci di famiglie ed Enti locali. Non vi è dubbio però che anche l'introduzione surrettizia della riproposizione dell'art. 23bis del Ronchi produrrà il temuto attacco al sistema tariffario ed alla organizzazione di servizi essenziali che già nella discussione referendaria i cittadini avevano dimostrato di comprendere molto bene.
Daremo battaglia in Parlamento su questo argomento ma sarà senz'altro utile con l'aiuto di tutti far comprendere all'esterno a che punto siano arrivati il Governo Berlusconi e la sua maggioranza, i quali, ignorando la volontà popolare, insistono senza alcuna remora nella determinazione di privatizzare i servizi pubblici locali. L'apposizione della fiducia sulla Manovra lascia scarse speranze circa un ravvedimento del Governo ma è certo che se in queste ore si solleverà forte e chiara la protesta contro l'introduzione dell'art. 4 potremmo avere ancora i tempi per escluderlo senza nuocere all'equilibrio dei saldi né al dettato che dagli organismi internazionali arriva sempre più incisivo.
Noi ci proveremo.
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