(dal quodiano Terra) Quello che la Lega non sa (o non dice) La differenza fra rifiuti urbani e rifiuti speciali è importante nell’ordinamento giuridico comunitario e nazionale. Per i primi vi è il divieto di smaltimento dei rifiuti urbani in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali (già questo ci dice che il decreto 94 così come presentato non era cosi importante). Per i rifiuti speciali, si applica il principio generale della libera circolazione sul territorio nazionale, insuscettibile di limitazione da parte delle regioni (con particolare riferimento all’art. 182 del d.lgs. n. 152/2006, all’art. 4-octies del d.l. n. 97/2008, conv. in l.n. 129/2008, all’art. 8 del d.lgs. n. 205/2010, alla direttiva 2008/98/CE). Tali tipologie di rifiuti possono infatti essere smaltiti, in regime di libero mercato. Voglio ricordare che nel 2009 la produzione di ru è stata di circa 32 milioni di tonnellate mentre quella degli speciali dati 2007 e 2008 ammonta a 140 milioni di ton. Cioè 4 volte di più. Di questi una buona fetta sono recuperati, molti smaltiti all’estero ma tantissimi smaltiti negli impianti italiani. La Lega dovrebbe sapere che nel 2008 dal virtuoso Veneto oltre 700.000 tonnellate all’anno di rifiuti speciali sono stati trattati negli impianti dell’Emilia Romagna e quasi un milione e seicento mila dalla Lombardia. La Lega dovrebbe sapere che rifiuti smaltiti dall’inceneritore A2A di Brescia, uno degli impianti più efficienti di Italia e gestito molto bene che, in base ai dati forniti per l’anno 2009 dall’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Brescia nel Quaderno 2010, nel consuntivo 2009 il 45% dei rifiuti trattati sono Rifiuti Speciali, quindi rifiuti potenzialmente provenienti da ogni parte d’Italia. La Lega dovrebbe sapere che dai dati Ispra 2008 emerge che nell’inceneritore di Gioia Tauro che brucia il cosiddetto cdr (combustibile da rifiuto) buona parte del quale proviene dal Veneto, dalla Lombardia e dalla Toscana. Quindi già oggi in tanti impianti del Nord si smaltiscono rifiuti del sud e viceversa (nei pochi del sud); si chiamino speciali, combustibile da rifiuto, fanghi di depurazione, biomasse, sempre rifiuti sono. Quindi è evidente che tutta questa canea sollevata dalla Lega in merito all’odg del Pd votato alla Camera nasconde motivi che sono solo di natura propagandistica per placare le pulsioni della base leghista ma è bene che la Lega lasci perdere le motivazioni ambientali che non mi pare siano proprio un loro punto di forza. Credo anche che in questa situazione di emergenza, nell’accogliere i rifiuti campani, sarebbe da dare priorità a quelle regioni che hanno un ciclo integrato dei rifiuti virtuoso quali Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e che quindi possono termotrattare buona parte di quei rifiuti. Questo ovviamente non esclude la necessità di ricorrere anche alle discariche, sempre però tenendo presente la virtuosità di queste regioni e cercando di evitare di trasferire i rifiuti campani in altre regioni come la Sicilia o la Calabria, che sono di fatto in emergenza. Diventa per altro fondamentale che in questa fase di crisi siano gli impianti di proprietà pubblica o a maggioranza pubblica a dover ricevere questi rifiuti. Questo per due ordini di motivi, il primo che si eviterebbero infiltrazioni di intermediari spesso spregiudicati e smaltimenti illeciti favorendo come frequentemente è successo il malaffare, secondo perché comunque questi rifiuti che sono smaltiti a costo di mercato porterebbero risorse nelle casse degli enti locali proprietari di questi impianti che si accollano lo smaltimento e il trattamento. Federambiente stima una potenzialità degli impianti dei suoi associati di circa 240.000 ton da oggi al 31 Dicembre 2011, quantitativi che potrebbero essere sufficienti per affrontare l’attuale crisi. Non ha molto senso che i rifiuti o parte di essi vengano portati all’estero. Ricordo solo che già in condizioni diciamo di normalità solo verso la Germania esportiamo una quantità di rifiuti speciali per un valore di circa 350 milioni di euro all’anno, il costo più o meno dell’inceneritore di Acerra. Questo non esclude anzi è complementare al fatto che nei prossimi mesi nel mentre si chiede un soccorso alle altre regioni le istituzioni della regione Campania, attraverso anche poteri più forti, cadenzino temporalmente la localizzazione di nuove discariche dando tempi certi per la loro realizzazione, e impostino un ciclo integrato dei rifiuti cosi come ci indica l’Europa.
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