25/07/11

Costi della politica, costi per la democrazia? Bratti e Montanari alla Festa PD a Fe "Rosso di Sera"




(La Nuova Ferrara 25 luglio)
Sabato 23 luglio - Bratti e Montanari alla festa del Pd: ecco le buste paga 
Il deputato prende 6.000 euro e nega di sfruttare privilegi Il consigliere difende la Regione: prendiamo meno di tutti
 Alessandro Bratti costa ai contribuenti come un parlamentare standard, cioè 20.486 euro lordi al mese, ma oggi, dopo una prima mini–riduzione, ne intasca circa 6.000. Il resto va al pagamento di due collaboratori, «a contratto regolare», al Pd nazionale (1.500 euro) e a quello di Ferrara (altri 700 euro). Il consigliere regionale Roberto Montanari si ritrova di stipendio, invece, 5.200 euro, che fanno 10mila di lordo, dopo il taglio del 12% dell’indennità a partire dall’1 gennaio scorso, dei quali 1.000 vanno al partito. I due big democratici hanno tirato fuori le loro buste paga l’altra sera, alla festa del Pd della Rivana, in un denso dibattito sui costi della politica che è poi il tema, hanno ammesso entrambi, sul quale vengono interrogati ormai quotidianamente da militanti, parenti e amici. Effetto dell’indignazione popolare scatenata dalla beffa dei mancati tagli a privilegi e indennità, nella recente manovra di Tremonti, «ma non si può mettere assieme noi e il Pdl, i comportamenti sono diversi» hanno sostenuto. Per dimostrarlo, Bratti ha elencato le proposte del Pd, «applicabili già dalla prossima settimana con il bilancio della Camera: lì si può già abolire il vitalizio, che davvero non ha più senso, i privilegi di ristorante, affitti immobili ecc. risparmiando 110 milioni in tre anni. Poi bisogna sganciare gli stipendi dei deputati da quelli dei magistrati, tagliare auto e voli blu, accorpare i Comuni più piccoli e dimezzare le Province: quelle al di sotto dei 500mila abitanti non sono più necessarie». Significa abolire anche la Provincia di Ferrara, ma Marcella Zappaterra può dormire tra due guanciali: serve una riforma costituzionale. Montanari, che è anche vice del Pd nazionale per gli enti locali, non ha invece intenzione di fondere l’Emilia Romagna con altre regioni, come farebbe invece con Abruzzo e Molise, per due ragioni: la dimensione attuale «è la minima per competere nella globalizzazione» e loro sono la punta di lancia dei tagli ai costi della politica. La prova? «Siamo stati gli unici ad aver abolito il vitalizio regionale, dall’1 gennaio», solo per chi viene nelle prossima legislatura, è vero, «ma c’era il rischio di perdere azioni legali su questo, bloccando così ogni riforma. Ma era solo il 35% di quello di un parlamentare, contro il 100% di altre Regioni. I consiglieri calabresi prendono di stipendio 11mila euro al mese, i siciliani 10mila, noi siamo la Regione che spende di meno».
E tutti gli altri piccoli e grandi privilegi finiti in queste settimane sotto i riflettori? Treni, autostrade e voli gratis, tribune d’onore per ogni manifestazione sportiva, permessi ztl per scorrazzare nel centro di Roma con qualsiasi auto, i 9 barbieri a disposizione (costo 11mila euro al mese cadauno, fonte il blog “I segreti della casta di Montecitorio”)? «Mai usata quella roba lì - giura Bratti - abolirei tutto, e anche i tassi di credito privilegiati non li ho visti, ho il mutuo all’Unipol». Montanari ha poi spiegato diffusamente perchè, nonostante la recente riforma dei rimborsi benzina, lui prende la stessa cifra di prima, circa 1.400 euro al mese, «si è abbassato il tetto delle presenze massime pagabili, da 16 a 12, ma io l’altro mese ne ho fatte 18». Impegni? Ridurre ancora, «le Ato e i Comuni sotto i 5.000 abitanti, che vanno aggregati, e come ente intermedio l’Area vasta» dice il consigliere regionale. E Bratti chiude sui Pd coinvolti nelle inchieste: «Devono dimettersi sia il senatore Tedesco che Penati».

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