(ANSA) - ROMA, 24 MAG - In Calabria si prospetta una vera e propria emergenza rifiuti anche perche' a tredici anni di distanza dall'istituzione del Commissariato per l'emergenza rifiuti in Calabria 'non e' stato realizzato nessuno degli obiettivi previsti dai piani regionali'. E' questa l'impietosa conclusione della relazione della commissioni bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Il documento, relatori Gaetano Pecorella (Pdl) e Alessandro Bratti (Pd), rivela in quasi 200 pagine tutti i particolari dell'indagine svolta per un anno e mezzo dall'organismo parlamentare. La stroncatura e' nelle conclusioni finali.
'Uno dei principali motivi di questo fallimento - si legge nella relazione - deve essere individuato nelle numerose interferenze, spesso sfociate in veri e propri conflitti, tra i compiti attribuiti all'ufficio del commissario e quelli demandati agli enti locali. Questo ha paralizzato tutte le iniziative dei vari commissari succedutisi nel tempo, oltre all'incapacita' di questi ultimi'.
I deputati e senatori che compongono la commissione di inchiesta sottolineano che la montagna di rifiuti da gestire in Calabria non e' poi cosi' enorme; non altrettanto si puo' dire per i soldi pubblici spesi che ammontano a oltre un miliardo di euro dal '98 ad oggi. Viene poi citato non a caso un documento della Corte dei Conti di Catanzaro secondo la quale 'si e' riscontrata la totale assenza di pubblicita', correttezza e trasparenza nell'attribuzione degli incarichi esterni'.
La commissione ha acquisito anche i documenti del comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente con sede a Napoli: 'Lo stato di emergenza della regione Calabria - si legge in uno di essi - invece di rappresentare una risorsa per la collettivita' ha rappresentato un sistema di potere da tutelare per prorogare ad ogni costo e per piu' tempo possibile perche' basato sugli appalti, sulle consulenze esterne e sugli appalti'.
In Calabria si rischia insomma la catastrofe dei rifiuti, esattamente come e' accaduto in Campania. Gli errori denunciati dalla commissione sono infatti strutturali, a partire dalla collocazione territoriale dei cinque impianti di trattamento, tutti incomprensibilmente dislocati della parte meridionale della Regione. Altra anomalia segnalata dalla relazione e' il peggioramento in molti centri della raccolta differenziata: tutta colpa della mancata chiusura delle societa' che praticano tuttora raccolta indifferenziata, praticamente in concorrenza con quelle piu' recenti che provvedono a selezionare qualitativamente i rifiuti. Perche'? 'L'unica finalita' - dice la commissione di inchiesta - di una simile gestione sembra essere quella di garantire posti di lavoro piuttosto che garantire un servizio ai cittadini'.
Infine l'allarme discariche. 'La mancanza di siti regolari favorisce - sottolinea il documento - fenomeni estesi di comportamenti illegali non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte degli stessi amministratori locali. Del resto anche le discariche 'autorizzate' dai comuni sono di fatto abusive perche' non a norma e prive della necessaria impermeabilizzazione'.(ANSA). |
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