Dipendenti dell'impianto denunciano situazione "critica"
Mosca, 7 apr. (TMNews) - Mentre l'attenzione del mondo è concentrata sugli sviluppi della crisi a Fukushima, un altro disastro nucleare potrebbe verificarsi nella regione russa degli Urali, dove l'impianto di Mayak versa in un pericoloso stato di fatiscenza. L'allarmante profezia è contenuta in una lettera firmata da un gruppo anonimo di impiegati dello stesso impianto e inviata oggi alla stampa locale.
Rivolgendosi al presidente Dmitri Medvedev, al premier Vladimir Putin e ai vertici di Rosatom (l'agenzia statale per il nucleare), i firmatari del messaggio avvertono che "quello successo finora, tra disastri naturali e incidenti tecnici, non è nulla in confronto all'Armageddon nucleare che ci aspetta" in Russia. Nel testo, arrivato al giornale "Nuova regione" e ripreso dal sito d'informazione Newsru.ru, i dipendenti spiegano di aver scelto l'anonimato per questioni di sicurezza e chiedono misure d'emergenza per evitare un'altra catastrofe.
Il dito è puntato contro un sistema pervaso da corruzione e negligenza dei responsabili e la mancanza di fondi destinati alla sicurezza e agli equipaggiamenti tecnici. In questo modo, spiega il messaggio, le compagnie appaltatrici fanno di tutto per coprire o tacere le numerose irregolarità che si verificano negli impianti.
Parlando in particolare di Mayak - dove si produce materiale nucleare attraverso il riprocessamento del combustibile proveniente dai reattori - la lettera definisce la situazione "critica". Teatro di un grave incidente nucleare nel 1957, la zona è considerata la più contaminata del pianeta. Nel 2009 - ricorda il gruppo anonimo - nei lavori di riparazione del sistema di raffreddamento era stato usato materiale scadente arrivato dalla Cina in modo che qualcuno potesse lucrare sul budget stanziato. "Ora non si può più aspettare per intervenire: il sistema si sta sgretolando sotto i nostri occhi". |
Nessun commento:
Posta un commento