Di seguito la intervista di Giorgio Mottola su Terra
Nel giorno del sequestro dell’ex area industriale Santa Giulia, la Commissione parlamentare sulle ecomafie, presieduta da Gaetano Pecorella, si è riunita ieri mattina a Milano. «è preoccupante che tutti quei lavori fossero affidati a Grossi senza gare d’appalto. Bisogna ora accertare le responsabilità degli amministratori pubblici», accusa Alessandro Bratti, Pd, membro della Commissione bicamerale.
Era imprevedibile quello che è successo a Santa Giulia?
Il fatto che abbiano scoperto la contaminazione della falda acquifera e dei valori così spaventosamente fuori norma non deve soprendere. In quell’area le bonifiche o non sono state fatte o sono state fatte male. Come se non bastasse, è stata portata altra terra proveniente da zone contaminate. E la cosa più grave è che queste operazioni all’interno delle aree industriali della città sono avvenute tramite accordi privati.
Ci sono quindi delle forti responsabilità anche da parte delle amministrazioni pubbliche che avrebbero dovuto sovrintendere?
Bisogna capire chi e a che livello non ha visto o ha fatto finta di non vedere. Ora, è indubbio che la prima cosa da fare sia accertare come siano andate le cose dal ministero dell’ambiente in giù.
C’erano già prima gli elementi per sapere cosa stesse succedendo?
In tutte le aree industriali da bonificare c’è questo imprenditore (Giuseppe Grossi, ndr ). Se tutte le bonifiche vengono date senza gare di appalto e se a lavorare sono sempre gli stessi soggetti, credo i dubbi dovrebbero venir fuori spontaneamente.
Anche Formigoni ha responsabilità?
Dalla stampa risulta che fosse uno dei maggiori interlocutori di Grossi. Sul caso specifico, sarà la magistratura a chiarire il ruolo di ciascuno. Il dato che possiamo trarre oggi è che nessuno nelle istituzioni ha fatto qualcosa per fermarlo, anzi sembra che sia stato agevolato.
Il sequestro dell’area di Santa Giulia segue ai 300 arresti per ‘ndrangheta della settimana scorsa. Che sta succedendo in Lombardia?
Vedo tutto questo abbastanza collegato. L’arresto di Perego, la scoperta che la sua azienda fosse direttamente gestita dalle cosche, le ditte di movimento terra coinvolte nell’inchiesta, le mancate bonifiche e le contaminazioni dei terreni. Tutto questo racconta un’economia dell’Italia settentrionale che si scopre sempre più malata, che presenta forti degenerazioni che vanno al più presto contrastate.
Ora va ripensato anche il modello di recupero delle aree industriali che fanno gola a speculatori e criminalità?
Per recuperare aree importanti oggi non ci sono più soldi pubblici. Per cui è giusto che ci sia l’intervento dei privati. Ma il procedimento deve essere accettabile. Nel caso di Grossi si parla di fatture gonfiate, fondi neri. Il problema non è quindi se farlo fare ai privati o meno. La questione è imporre in modo rigoroso il rispetto delle regole.
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