E qui il testo del mio intervento sulla L.152 di ieri. L'ho anche riportato qui sotto, se volete....
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori 
se accedano all’invito al ritiro degli identici 
emendamenti Mariani 12.1 e Piffari 12.1 
formulato dal relatore. 
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presi- 
dente, riprendo alcune delle considera- 
zioni che faceva il collega Realacci in 
merito alla complessità di questo Codice 
ambientale, che – lo ricordo – fu ampia- 
mente criticato nel 2006 dalle forze del 
centrosinistra e anche dalle regioni, per- 
ché presentava già numerose lacune sia 
nella parte relativa ai rifiuti, sia nelle parti 
relative alle bonifiche, alla gestione del 
ciclo delle acque e in materia di tutela 
dell’aria. 
In ogni caso, l’articolo 1, comma 6, 
della legge delega prevedeva che entro due 
anni vi fosse la possibilità di presentare 
dei decreti correttivi. Così è stato fatto. Ne 
sono stati presentati due, di cui l’ultimo è 
sicuramente il più importante, ma poi – e 
il fatto ha destato ovviamente numerose 
discussioni anche nel merito – in forma 
assolutamente biasimabile questo Go- 
verno, attraverso una serie di provvedi- 
menti d’urgenza, ha apportato moltissime 
modifiche di varia natura allo stesso Co- 
dice ambientale. 
Facendo un attento monitoraggio del- 
l’applicazione dei decreti attuativi ci si 
rende conto che sono oltre ottanta i vari 
decreti ministeriali che sono incompleti o 
non sono stati emanati. Ricordo inoltre 
che riguardo alla cattiva applicazione del 
Codice risulta anche che, rispetto alle 
cento e oltre infrazioni comunitarie, il 50 
per cento di queste infrazioni riguardano 
la materia ambientale. Insomma si tratta 
di una situazione preoccupante che è si- 
curamente da rivedere. 
Noi su questo avevamo mostrato 
un’ampia disponibilità in Commissione a 
rivedere tutto il percorso che ha portato 
alla stesura del Codice ambientale. Veniva 
ricordato prima che sia il Ministro Mat- 
teoli sia il Ministro Pecoraro Scanio hanno 
sempre tenuto – vorrei dire quasi in 
maniera scientifica – fuori il Parlamento 
rispetto alla costruzione del Codice stesso. 
Ci si è sempre rivolti a delle fantomatiche 
commissioni per mascherare in realtà una 
situazione per cui lobby potenti, sotto 
dettatura, facevano lavorare i dirigenti per 
arrivare a definire i vari articoli del Codice 
stesso. Il Ministro, come già fatto in altri 
provvedimenti (la riorganizzazione delle 
Agenzie nazionali, la riorganizzazione dei 
distretti idrografici, la materia del danno 
ambientale, il tema delle bonifiche) non ha 
espresso un parere, per così dire, positivo 
rispetto a eventuali suggerimenti che pos- 
sono arrivare dalle Commissioni compe- 
tenti. L’ampia delega che deriverebbe da 
questo provvedimento andrebbe probabil- 
mente rivista anche alla luce delle nuove 
priorità emerse negli ultimi anni. Ricordo 
il tema dei cambiamenti climatici e il 
rapporto con i temi energetici che solo 
parzialmente si ritrovano nella delega. 
Insomma, non è chiaro qual è l’indi- 
rizzo di politica ambientale che il Governo 
vuole perseguire. Si dice tutto e il contra- 
rio di tutto. Da un lato, si propone la 
semplificazione delle procedure autorizza- 
tive e poi, dall’altro lato, sottolineando 
l’importanza dei controlli, si smantellano 
completamente le Agenzie proposte ai con- 
trolli stessi. Ricordo la situazione del- 
l’Agenzia ambientale, inchiodata e ferma a 
quello che ci è stato proposto sei mesi fa. 
Continuiamo a firmare Protocolli interna- 
zionali (anche recentemente al G8) fa- 
cendo dichiarazioni nel merito riguardo al 
tema della lotta ai cambiamenti climatici, 
e poi si frenano gli incentivi con ogni 
mezzo. 
Ricordo che non è ancora stato adot- 
tato il modulo dell’Agenzia delle entrate 
per la richiesta della detrazione fiscale del 
55 per cento. Si dichiara che si vuole 
risanare l’ambiente, ma poi si scopre che 
i 3.000 miliardi circa dedicati alle bonifi- 
che dei siti di interesse nazionale non ci 
sono e che vengono destinati ad altre 
situazioni. 
Insomma, credo sia il caso che, prima 
di proporci un’ulteriore delega, vi chiariate 
le idee e che il Governo si chiarisca le idee; 
sempre tenuto – vorrei dire quasi in 
maniera scientifica – fuori il Parlamento 
rispetto alla costruzione del Codice stesso. 
Ci si è sempre rivolti a delle fantomatiche 
commissioni per mascherare in realtà una 
situazione per cui lobby potenti, sotto 
dettatura, facevano lavorare i dirigenti per 
arrivare a definire i vari articoli del Codice 
stesso. Il Ministro, come già fatto in altri 
provvedimenti (la riorganizzazione delle 
Agenzie nazionali, la riorganizzazione dei 
distretti idrografici, la materia del danno 
ambientale, il tema delle bonifiche) non ha 
espresso un parere, per così dire, positivo 
rispetto a eventuali suggerimenti che pos- 
sono arrivare dalle Commissioni compe- 
tenti. L’ampia delega che deriverebbe da 
questo provvedimento andrebbe probabil- 
mente rivista anche alla luce delle nuove 
priorità emerse negli ultimi anni. Ricordo 
il tema dei cambiamenti climatici e il 
rapporto con i temi energetici che solo 
parzialmente si ritrovano nella delega. 
Insomma, non è chiaro qu
in questo modo credo ci si potrà confron- 
tare anche sul codice ambientale, evitando 
piccole furbizie e dichiarazioni vacue. 
Questo è il motivo per cui chiediamo la 
soppressione dell’articolo 12 in toto (Ap- 
plausi dei deputati del gruppo Partito De- 
mocratico) da parte della relatrice e del Governo, a 
migliorarlo e, qualora non venisse accet- 
tato questo nostro emendamento, almeno 
a modificarne il testo. 
 
 
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