La microgenerazione elettrica fatta di sole e di vento batte il nucleare. Il sorpasso è avvenuto nel 2006, quando per la prima volta la produzione dei piccoli impianti (costruiti dalle fabbriche per il proprio fabbisogno o sulle case, nei centri commerciali), basata su fonti rinnovabili, è arrivata a coprire un sesto del totale di elettricità al mondo, addirittura un terzo della nuova generazione. A fornire queste cifre al Workshop Ambrosetti di Cernobbio è Amory B. Lovins, un americano che oltre a essere co-fondatore e direttore scientifico dell’istituto Rocky Mountain in Colorado è stato consigliere di 19 capi di stato e di cui qui avevamo già parlato. Wall Street, dice, «sul nucleare non scommette nemmeno un penny, e questo dimostra che c’è qualcosa di sbagliato in quel business».
Via LASTAMPA
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