Dopo una lunga maratona è stato approvato il decreto legge 90 e quindi convertito in legge. Il provvedimento tratta una serie di norme per porre fine all’emergenza rifiuti in Campania affidando di fatto un potere assoluto al Sottosegretario Bertolaso che ,oltre a capo della protezione civile, assume la piena responsabilità fino al 31 12. 2009 dello svolgimento delle azioni in Campania.
Un provvedimento che nasce dalla necessità di risolvere delle inadempienze di un’ampia classe dirigente , dai sindaci al Presidente della Regione ai vari Commissari che si sono succeduti ai Ministri di centro sinistra e di centro destra.
Un disastro dovuto certo ad una presenza cronica della malavita organizzata ma soprattutto ad un’incapacità delle istituzioni di scegliere. Scegliere una programmazione , scegliere la tipologia di impianti, scegliere le priorità.
La mia esperienza di amministratore locale a Ferrara e poi di Direttore dell’Agenzia regionale mi ha consentito di dare un contributo ad una discussione complicata presentando emendamenti e soprattutto evitando, insieme ad altri, che dentro un decreto così importante venisse inserito in maniera surrettizia un articolo che in poche righe scioglieva e ricostituiva le commissioni di Valutazione di impatto ambientale e quella dell’Autorizzazione ambientale integrata ma soprattutto eliminava di fatto l’Agenzia ambientale nazionale trasformandola in una fantomatica struttura di ricerca. L’obiettivo era abbastanza evidente: “impossessarsi politicamente di tutto il sistema tecnico dei controlli ambientali nazionali “
Spesso mi sono trovato nel nostro territorio ad affrontare discussioni rispetto al Piano dei rifiuti, all’inceneritore alla centrale turbogas. Il confronto con quello che succede in buona parte del Paese mi fa pensare che Ferrara, l’Emilia Romagna sia un’anomalia, un’anomalia europea.
Si può essere d’accordo o meno con alcune scelte ma da noi intanto si discute su queste. Si discute su infrastrutture che poi vengono realizzate, si discute su programmi di raccolta differenziata e di recupero di materiali che vengono fatti. Si discute di controlli ambientali che vengono eseguiti. Questa è la differenza fondamentale che ho rilevato dalla prima esperienza parlamentare fra realtà come quelle regionali e il resto del Paese. Non si è discusso solo della Campania, si è parlato di tutto il sistema della gestione dei rifiuti in Italia.
A Ferrara rispetto alle grandi questioni ambientali sono state fatte scelte lungimiranti: le amministrazioni in modo responsabile hanno proposto una strategia sui rifiuti che va nella direzione dell’eliminazione delle discariche e va verso percentuali elevate di raccolta differenziata e incenerimento con produzione di energia. Si è scelto, con un’ampia concertazione, di bonificare e rilanciare l’area produttiva del petrolchimico (indicazione che oggi vengono prefigurate per tutto il Paese come futuribili dall’attuale Ministro Prestigiacomo). Scelte non semplici passate attraverso anche un confronto duro con rappresentanze più o meno in buona fede di cittadini, fatte alla luce del sole.
Se in altre parti del Paese si fosse fatto quello che si fa da noi non si considererebbe normale il fatto che il Capo della protezione civile sia diventato Sottosegretario per l’emergenza rifiuti.
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