È stato reso pubblico nell´aprile scorso un importante documento in cui l´Associazione italiana di epidemiologia esprime "il proprio parere documentato sulla nocività per la salute umana delle modalità legali di trattamento dei rifiuti", come contributo ai processi decisionali delle Istituzioni. Il documento si occupa anche, più brevemente, degli effetti sanitari delle forme illegali di smaltimento (discariche abusive, conferimento di rifiuti tossici e nocivi in discariche per rifiuti urbani, incenerimento incontrollato). Via ARPA EMR.Trattamento dei Rifiuti e Salute. Posizione dell’Associazione Italiana di Epidemiologia | Associazione Italiana Epidemiologia
La segreteria dell´Associazione italiana di epidemiologia ha vagliato la letteratura scientifica esistente a livello internazionale, evidenziando alcune certezze ormai acquisite, ma anche ampie zone di "inconclusività delle informazioni disponibili".
In particolare, il documento afferma "un eccesso di rischio per malformazioni congenite di circa il 10%" (e possibili altri rischi) derivante dalla vicinanza a discariche a prevalente conferimento di rifiuti tossici. Mentre mancano informazioni sufficienti riferite alle discariche legali di soli rifiuti urbani, è conclamata la nocività delle discariche non autorizzate, che sono "sorgenti di inquinamento diffuso per più vie di propagazione". Per questa tipologia non è semplice stabilire la quantificazione della correlazione causale con le diverse patologie (tumorali e non) riscontrate nella popolazione.
Infine, il documento degli epidemiologi si occupa dei rischi derivanti dagli impianti di incenerimento dei rifiuti, distinguendo nettamente tra gli inceneritori di più antica costruzione e autorizzazione e quelli di ultima generazione, rispondenti a norme assai più stringenti: per esempio, il livello di concentrazione di diossine emesse "è passato nel nostro Paese da un massimo di 4000 ng/m3 (DM 12-7-90) ad un massimo di 0,1 ng/m3 (D.Lgs 11-5-05)". Se dunque " esistono prove convincenti dell´associazione tra l´esposizione alle emissioni degli impianti di vecchia generazione (e in particolare a diossine) e l´aumento di frequenza di tumori in alcune sedi", per converso "la valutazione delle poche osservazioni epidemiologiche disponibili non depone per un incremento di rischio per la salute umana del trattamento dei rifiuti mediante incenerimento in impianti basati sulle migliori tecnologie disponibili".
Il documento si conclude raccomandando, per la valutazione precoce della nocività di questi impianti, l´adozione di metodologie di risk assessment e di procedure di biomonitoraggio, nonché la costituzione di comitati di comprovata competenza e in assenza di conflitto di interessi.
L’obiettivo principale del documento è esprimere un parere documentato sulla nocività per la salute umana delle modalità legali di trattamento dei rifiuti, al fine di sostenere con le informazioni necessarie quanti sono preposti alle decisioni in merito alla sicurezza degli impianti legalmente operanti e alla dislocazione di nuovi impianti.
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