Manifestazione davanti all'assessorato provinciale all'Ambiente per la Conferenza dei Servizi
Manifestazione
di protesta questa mattina dalle 8 alle 14, davanti alla sede
dell’assessorato provinciale all’Ambiente in corso Isonzo, contro la
realizzazione di una centrale elettrica a biogas a Goro, ai bordi del
Parco del Delta. La manifestazione è organizzata dai pescatori di Goro e
per l’occasione sarà in vigore il divieto di transito in corso Isonzo,
nella semicarreggiata dei numeri civici dispari, da via Capo della Volte
a via Sardi.
La data della manifestazione non è stata scelta a
caso, dato che proprio questa mattina si svolgerà nella sede
dell’assessorato la Conferenza dei Servizi, mentre all’esterno
dell’edificio pescatori e cittadini di Goro faranno sentire la loro voce
contraria alla nuova centrale (la speranza è che una delegazione venga
accolta in udienza pre-conferenza dei servizi).
Voci contrarie
che si sono levate da più parti, con osservazioni inviate agli uffici
pubblici con sede a Ferrara e fuori Ferrara che hanno ricevuto
dall’Amministrazione provinciale, responsabile del procedimento,
l’invito a partecipare oggi alla Conferenza dei Servizi che si terrà
sull’argomento. A firmare le osservazioni contrarie alla centrale sono
stati, oltre al medico igienista Luigi Gasparini, il presidente del Wwf
Ferrara Paolo Balboni, il presidente di Legambiente Basso Ferrarese
Marino Rizzati, nonché altri cittadini con l’aiuto gratuito
dell’avvocato Marzia Calzoni, presidente del Comitato Territorio e Vita
Onlus.
Nelle osservazioni sono indicate tutte le motivazioni del “no” alla centrale, a partire dalla mancata tempestiva informazione alla cittadinanza fino alla incompatibilità dell’impianto con la pessima qualità dell’aria riscontrata ormai da anni in tutta la Pianura Padana. Gasparini, esperto in tematiche ambientali, fa inoltre presente che “l’area del Bacino Burana-Volano che scarica nelle acque della Sacca di Goro è stata dichiarata area ad alta crisi di rischio ambientale a causa di situazioni di pericolo per l’ambiente e che anche per risanare suddetta area e per evitare la proliferazione massiccia delle alghe bisognerebbe, come minimo, rispettare pienamente la Direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole e non chiedere più all’Europa, come finora è stato fatto, la deroga al rispetto di suddetta direttiva”.
Altri elementi ostativi al rilascio dell’autorizzazione per la centrale biogas a Goro sarebbero, innanzitutto, l’incompatibilità con la presenza di coltivazioni preferibilmente biologiche e di pregio ai bordi ed all’interno del Parco del Delta del Po, la creazione di un volume di traffico indotto anche con mezzi pesanti, insostenibile per la viabilità esistente e per l’area, nonché le emissioni acustiche continue nell’arco di tutte le 24 ore. Dall’esame del progetto, inoltre, sempre secondo Gasperini, “non risulta che sia stata neanche presa in considerazione la fascia di rispetto alla linea di costa” e nemmeno” che sia stato adeguatamente preso in considerazione il rischio medio-alto di esondazione con i rischi conseguenti di severe e irreversibili contaminazioni di un ecosistema così fragile e dinamico come quello di un delta”, senza contare “i gravi rischi per un ecosistema e per un territorio così fragile come quello del Parco Regionale del Delta del Po a causa di eventuali e possibili incidenti prima e durante l’esercizio di tali impianti, come ad esempio esplosioni, incendi, dilavamento di rifiuti, sversamenti abusivi e/o accidentali di sostanze liquide pericolose, come ad esempio il digestato maturo, e soprattutto immaturo, contenente microrganismi anaerobi come il clostridium botulinum, che potrebbe indurre conseguenze gravi ed anche molto disastrose per il fragile e delicato ecosistema, anche con il rischio di gravi aumenti della frequenza di casi di botulismo animale, interessanti anche l’avifauna locale ed anche quella migrante”.
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